STORIE DI H.M


Ciao, mi chiamo Kately,
sono una ragazza di 17 anni.
Frequento le scuole superiori di Poy, città situata nel profondo sud.
A scuola non sono una studentessa modello ma sono nella media, però posso dire di essere una secchiona in mitologia Tok è una delle mie materie preferite.

Mi sono sempre chiesta come vivevano le persone in passato, e quel periodo storico riesce a colpirmi sempre, la mitologia di quel periodo è piena di punti interrogativi ma anche piena di cose che fanno riflettere ancora oggi, ci sono troppe cose che coincidono con quello attualmente noi crediamo e sappiamo.

Molti delle mie compagne mi dicono che tra tante materie belle ho scelto quella più inutile tra tutte, come se studiare una lingua morta come il Brist fosse utile. Dico io, ci sono così tante nuove lingue che stanno nascendo perché si deve studiare proprio il Brist?

Questo mondo non lo capirò mai.. ma in fondo non mi posso lamentare, il Brist anche essendo lingua morta è la lingua della mia amata mitologia Tok, quindi prima o poi mi toccherà studiarla… spero più poi che prima.

Oggi a scuola ho conosciuto un ragazzo, molto timido ma credo sia normale per uno appena arrivato in città, ma nella sua timidezza mi è apparso molto carino, unica nota negativa sono la scelta di farsi i capelli color bianco! Cioè, non ti puoi presentare in questo modo al giorno d’oggi!

Però lo perdono, ha uno sguardo che mi fa impazzire! Anche se non sono l’unica a cui piace, essendo che è già diventato il ragazzo più carino della scuola.

Il suo nome non lo ricordo molto bene, ma era qualcosa di veramente difficile da ricordare, si scriveva in un modo e si pronunciava in un altro.
La professoressa ha avuto anche lei delle difficoltà a pronunciare il suo nome è dovuto intervenire lui per spiegare come si pronunciasse.

Di lui neanche la scuola al momento sa molto, sappiamo solo che è orfano, i suoi genitori sono morti dopo poco la sua nascita. Chissà quanto ha sofferto.

Ho avuto modo di parlare con il ragazzo, finalmente ho capito come si chiama! Si chiama Siva almeno questa è la sua pronuncia, il suo nome non riesco ancora a scriverlo bene.

Ho scoperto che anche lui ama molto la mitologia Tok, mi ha raccontato che da dove viene lui ci sono tante rovine che raccontano questa mitologia.
Quando parla non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, ascolto e non mi rendo conto del tempo che passa…

Sono stata ore ad ascoltarlo, per poco non perdevo l’autobus! Ma non fa niente, Quanto desidero una giornata da sola con lui!

Dall’ultima volta che ho scritto sono passati anni, ho riaperto questo diario da poco e leggendo cosa scrivevo da piccola mi fa tornare i brividi, in senso buono ovviamente!

Avevo circa 19 anni quando finì la scuola, ed è stata l’ultima volta che vidi Siva, non eravamo molto affiatati anche se ci parlavamo molto spesso, infatti quando finì la scuola ognuno andò per la sua strada, né Siva né tanto meno le mie ex compagne di classe si fecero vive da allora.

Ora ho 25 anni, lavoro e vivo da sola in una piccola casa in compagnia del mio gatto. Ancora oggi conservo le foto dei miei genitori e l’album fotografico dedicato a tutte le foto fatte mentre ero a scuola. Non nego che molte pagine sono dedicate a quel ragazzo molto strano quanto interessante.

Arriva sempre quel momento della vita che non sai se ridere o piangere. Ti ricordi di me? Sono Kately quella ragazzina di 19 anni spensierata che aveva preso una cotta per quel ragazzo di nome Siva. Oggi mi rallegra ripensare a quei momenti.. Volevo divertirmi, vedevo nel mio futuro un marito, un figlio, una bella casa e la possibilità economica di levarci ogni tanto qualche sfizio.

Tutto troppo bello per diventare realtà, quella realtà immaginata da una ragazzina di 19 anni.

Ora ho la bellezza di 29 anni, sono su un letto d’ospedale, ad aspettare il riscontro dei medici, vuoi sapere perché sono in ospedale? Per salvare una vita umana, forse troppo generosa, potevo farmi i cavoli miei ma ho deciso di farlo, ero pronta a qualsiasi rischio pur di salvare una vita umana.

Il riscontro dei medici è arrivato il ragazzo è morto, il corpo non ha retto l’intervento. Come faccio a tornare a casa? Con quale coraggio torno alla mia vita ora?

È passata qualche ora da quando ho scritto l’ultima volta, non riesco più a muovere le gambe.. I medici sono stati avvisati e anche loro come me, non sapevano cosa dire, avevano previsto dei rischi ma non la perdita delle gambe.

Niente da fare, sono da due giorni in ospedale, ma le gambe non ne vogliono sapere. Ora? La mia vita da un momento all’altro sta cambiando radicalmente.. Perderò il lavoro? Forse si ma attualmente è l’ultima cosa che mi interessa. Crescere è davvero difficile, lo diceva sempre mia mamma, Anche lei su una sedia a rotelle. Crescere è veramente difficile.

Da qui, Kately ritorno a casa su una sedia a rotelle, mise il diario in un cassetto e decise di non aprirlo mai più.


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